Roma. 20 febbraio 2015 – Il Velino / AGV NEWS
Libia, fondazione Icsa: Bene le parole del premier, serve “calma e gesso” (ilVelino/AGV NEWS)
Oggi operazione militare non attuabile, informazioni su Isis scarse. Italia pero’ puo’ agire su altri fronti
Sulla Libia “calma e gesso”. Anche la la Fondazione Icsa (Intelligence culture & security analysis), come il presidente del Consiglio Matteo Renzi, e’ convinta che la crisi del paese nord africano, che vede l’Isis/Isil protagonista, vada affrontata in maniera razionale e ponderata non assumendo decisioni che si potrebbero rivelare affrettate. “Attualmente la situazione nel paese vede due governi – ha spiegato il prefetto Carlo De Stefano, vice presidente di Icsa e gia’ sottosegretario all’Interno nonche’ a capo della direzione centrale della Polizia di prevenzione del ministero -. Uno a Tobruk, legittimato dalla comunita’ internazionale, l’altro a Tripoli. Meno legittimato ma piu’ radicato sul territorio e con un consenso popolare maggiore. Prima di poter pensare a qualsiasi cosa – ha sottolineato il prefetto -, e’ necessario che queste due identita’ trovino un accordo”. Per far cio’ e scongiurare una serie di minacce sempre piu’ pressanti per l’Italia, come “l’espansione del traffico di essere umani verso il nuovo paese anche con nuove modalita’”, la Fondazione ha preparato un documento con delle proposte per il governo. “La nostra analisi si e’ focalizzata su due aspetti – ha proseguito il generale di squadra aerea Orazio Stefano Panato, alto ufficiale dell’Aeronautica militare che ha ricoperto numerosi incarichi di rilievo tra cui quello di presidente del Centro altri studi della Difesa (Casd) -: il primo sulle occasioni mancate e sugli errori commessi. Il secondo, su cosa fare”. 140420 FEB 15 NNNN
Libia, fondazione Icsa: Bene le parole del premier, serve “calma e gesso” (2)
Oggi operazione militare non attuabile, informazioni su Isis scarse. Italia pero’ puo’ agire su altri fronti (ilVelino/AGV NEWS) Roma, 20 FEB – Sulla possibilita’ di un intervento militare a breve il generale Panato e’ stato chiaro presentando il documento dell’Icsa: “Al momento c’e’ poca permeabilita’ politica e ancor piu’ scarse informazioni”. “Dell’autoproclamato Stato Islamico (Isis/Isil o Daesh) conosciamo la sua micidiale strategia comunicativa, ma in realta’ non ci sono chiare abbastanza la sua consistenza, la reale capacita’ militare, i suoi collegamenti internazionali, il suo radicamento sul territorio e la sua presa sulla societa’ libica – si legge nel testo della Fondazione -. Non conosciamo inoltre quanto questo fenomeno sia nuovo e quanto invece non sia una mutazione delle sempinterne frange islamiste oggetto di repressione gia’ ai tempi di Gheddafi”. L’unico dato certo per il generale e il prefetto e’ che “la forza dell’Isis e’ direttamente proporzionale alla debolezza del contesto in cui opera”. A seguito di cio’, l’analisi sconsiglia fortemente per il momento l’impiego di soldati. “L’invio di forze militari in Libia risulta assolutamente improponibile, sia per scopi di mantenimento di una pace che non si e’ nemmeno tendenzialmente delineata sia di interposizione fra schieramenti a macchia di leopardo – riporta il documento -. Semplicemente mancano gli spazi, non soltanto negoziali ma soprattutto operativi, per inserirvi una presenza esterna per una riconciliazione nazionale e per ricostruire le strutture statali”. 140420 FEB 15 NNNN
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Oggi operazione militare non attuabile, informazioni su Isis scarse. Italia pero’ puo’ agire su altri fronti (ilVelino/AGV NEWS) Roma, 20 FEB – Il fatto che la situazione in Libia sia cosi’ complicata da richiedere ponderazione nelle decisioni e paziente attesa di evoluzioni chiarificatrici sul terreno non implica che l’Italia non possa fare nulla. Tutt’altro. “Innanzitutto – propone l’analisi -, deve esercitare una maggiore assertivita’ in tutti i ‘fora’ multilaterali internazionali: l’Onu in primis, ma anche la Nato e l’Unione europea. A livello Nazioni Unite deve continuare, e semmai aumentare, il sostegno allo sforzo del rappresentante Leon per l’avvio di un dialogo fra le parti in lotta. Come corrispettivo deve essere pretesa l’inclusivita’ a tutti gli attori: dai rappresentanti delle fazioni in lotta -nessuno escluso- a quelli delle istituzioni, dalle municipalita’ fino agli esponenti piu’ significativi e piu’ influenti della societa’ civile libica. In questo esercizio di dialogo e di pacificazione dovranno essere coinvolti anche la dirigenza della Senussiyya e i suoi esponenti piu’ accreditati presso la societa’ libica. Sempre in ambito Onu l’Italia deve agire per una risoluzione urgente volta ad anemizzare il sostegno alle fazioni in lotta mediante embarghi mirati a escludere ogni possibile supporto esterno. Questa deve prevedere fra l’altro la sorveglianza sulle esportazioni di idrocarburi, il controllo delle riserve finanziare giacenti all’estero nonche’ i relativi flussi finanziari”. 140420 FEB 15 NNNN
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Oggi operazione militare non attuabile, informazioni su Isis scarse. Italia pero’ puo’ agire su altri fronti (ilVelino/AGV NEWS) Roma, 20 FEB – “La lotta al terrorismo internazionale – suggerisce l’Icsa -, dovrebbe fungere da catalizzatore per raggiungere il consenso in ambito del Consiglio di sicurezza e dovrebbe consentire di riannodare quei rapporti che sono stati compromessi con l’attuazione della risoluzione 1973. A livello Nato appare necessario invocare quanto prima da parte dell’Italia l’articolo quarto. Questo impone agli alleati la discussione sulle conseguenze per la sicurezza che il disordine libico puo’ comportare, non solo per il nostro paese, ma per il fianco sud dell’Alleanza. Infine a livello europeo l’Italia deve agire per superare la visione minimalista che ha ispirato ‘Triton’. Occorre infatti un disegno politico di piu’ ampia portata che porti ad una autentica condivisione europea di oneri e responsabilita’ nella gestione dei flussi migratori, che con tutta evidenza sono un fenomeno non certo contingente e di breve durata. Analoga assertivita’ deve essere esercitata dall’Italia nei rapporti bilaterali con tutti gli attori e sponsor esterni alla Libia, che possono avere una qualche influenza sulle fazioni in lotta. Con tutte le cautele del caso e’ necessario infine non interrompere il lavoro politico e diplomatico sin qui svolto sul terreno libico dall’Italia. La storia comune, il fatto di essere stata l’ultima rappresentanza diplomatica a chiudere e gli interessi italiani tuttora presidiati in quel paese testimoniano una rete di contatti e di collegamenti che devono essere mantenuti e coltivati con tutti i mezzi disponibili: dall’intelligence fino alla ‘suasion’ economica, per riannodare il tessuto sociale di quel paese”. 140420 FEB 15 NNNN
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Oggi operazione militare non attuabile, informazioni su Isis scarse. Italia pero’ puo’ agire su altri fronti (ilVelino/AGV NEWS) Roma, 20 FEB – “La maggiore assertivita’ dell’Italia, per essere efficace, deve pero’ essere accompagnata da una assoluta linearita’ nella politica estera che eviti le stonature e le dissonanze che recentemente si sono evidenziate – sottolinea l’analisi della Fondazione -. Una siffatta politica deve poi essere sostenuta da un largo supporto bi-partisan delle forze politiche presenti in parlamento. L’obiettivo finale per l’Italia infine dovra’ essere una risoluzione Onu che consenta, quando le condizioni lo renderanno possibile, l’ingresso in Libia di una forza internazionale di sostegno alle ricostituite istituzioni libiche. Tale forza in nessun caso dovra’ avere una caratterizzazione occidentale e tantomeno italiana. Il sostegno occidentale e quello italiano ovviamente saranno necessari ma dovranno essere forniti rispettando la connotazione fondamentalmente araba e africana che questa forza dovra’ avere. Agendo altrimenti – conclude il documento dell’Icsa -, si susciterebbero antichi sentimenti anticolonialisti, mai sopiti, con l’effetto sicuro di compattare le fazioni in lotta, non verso obiettivi di ricostruzione nazionale, ma contro l’occidente e l’Italia in particolare”. In questo senso sia il generale Panato sia il prefetto De Stefano si sono detti concordi che i protagonisti in questo senso dovrebbero essere l’Unione africana (Ua) e la Lega araba(La). I due attori hanno gia’ cominciato a dialogare, ma la strada e’ ancora lunga. Soprattutto perche’ non c’e’ una visione comune e unitaria sulla crisi e su come dovra’ essere affrontata. (fbu) 140420 FEB 15 NNNN
LIBIA: TRICARICO (ICSA), RAFFORZARE APPARATI AVVISTAMENTO E SORVEGLIANZA =
Difesa aerea italiana e’ efficiente ma Nato deve potenziare tutto il fianco sud Roma, 20 feb. (AdnKronos) – La difesa aerea italiana “e’ un apparato in perfetta efficienza, articolato sui caccia più moderni, gli Eurofighter, e su una copertura radar integrata, dotata di sensori efficienti e performanti. Ciò non toglie che in periodi di tensione, o con un dirimpettaio come la Libia completamente fuori controllo, l’intero sistema debba essere rafforzato con apparati di avvistamento per penetrazioni a bassa e bassissima quota, come gli AEW (Airborne Early Warning, i radar volanti) in dotazione alla Nato, cioè anche a noi. Questo in aggiunta a sistemi di sorveglianza ed intelligence che completino il quadro e facciano ben comprendere cosa succede anche in territorio libico”. Lo ha sottolineato il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analysis), intervenuto a Roma allapresentazione del dossier ‘Il Rompicapo Libia: che fare?’. “Non vi è dubbio -osserva Tricarico, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare- che oggi la Nato debba seriamente riflettere sulla necessità di potenziare tutto il fianco sud, privilegiandolo rispetto ad altri fronti pur in ebollizione ma meno minacciati”. (Mac/AdnKronos) 20-FEB-15 13:02 NNNN
LIBIA: ICSA, OCCORRE ‘CALMA E GESSO’ NELLA GESTIONE DELLA SITUAZIONE =
Roma, 20 feb. (AdnKronos) – “Dobbiamo affrontare la questione libica con ‘calma e gesso’: occorre una maggiore ponderatezza rispetto a quanto è accaduto in passato, come in occasione dell’intervento internazionale del 2011. Oggi non dobbiamo assumere decisioni che si possano poi rivelare affrettate”. Così il generale Stefano Panato – già presidente del Casd e vice direttore del Sismi e dell’Aise ed ex sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica – durante la conferenza stampa organizzata da Fondazione Icsa (Intelligence, culture and strategic analysis) questa mattina a Roma dal titolo “Il rompicapo Libia: che fare?”. “Non significa che l’Italia non debba fare niente – prosegue Panato – anzi: dovrebbe esercitare una maggiore asservità a livello internazionale, nell’Onu in primis, ma anche nella Nato e nella Comunità Europea. A livello Onu – precisa Panato – l’Italia deve continuare a dare il suo sostegno al rappresentante Leon per l’avvio di un dialogo tra le parti in lotta. Occorre instaurare un rapporto con tutti gli attori e sponsor esterni alla Libia, che possono avere delle influenze sulle fazioni in lotta”. (segue) (Stg/AdnKronos) 20-FEB-15 14:40 NNNN
LIBIA: ICSA, OCCORRE ‘CALMA E GESSO’ NELLA GESTIONE DELLA SITUAZIONE (2) =
(AdnKronos) – “A livello Nato – sottolinea Panato – l’Italia dovrebbe invocare l’articolo IV del Trattato, che impone agli alleati la discussione sulle conseguenze per la sicurezza che il disordine libico può comportare. A livello europeo bisogna impegnarsi affinché il problema dei migranti sia condiviso da tutta la comunità; occorre che tutti gli stati membri condividano responsabilità nella gestione di questi flussi di persone”. “La chiusura della nostra ambasciata è un fatto grave – commenta il generale – ma che comunque non ci preclude le strade del dialogo, poiché in tutti questi anni abbiamo instaurato una rete di contatti e di collegamenti molto importanti sul territorio libico”. “Obiettivo finale – conclude Panato – dovrà essere una risoluzione Onu che, quando le condizioni lo consentiranno, permetta l’ingresso in Libia di una coalizione internazionale di sostegno. Sarebbe un errore grave dare a questa missione una connotazione occidentale: dovrà avere uno stampo africano e arabo per scongiurare antichi sentimenti anticolonialisti che avrebbero l’effetto di compattare le fazioni in lotta contro l’occidente”. (Stg/AdnKronos) 20-FEB-15 14:40 NNNN
ANSA-ANALISI/ Libia: Icsa;Italia sia più assertiva con Onu e Ue
Dialogo con tutte le fazioni in lotta, arginare terrorismo (ANSA) – ROMA, 20 FEB – Quella italiana è stata l’ultima rappresentanza diplomatica a chiudere in Libia, c’è una contiguità geografica col Paese nordafricano, interessi economici presidiati, una serie di contatti coltivati anche dall’intelligence. L’Italia deve quindi essere più assertiva sul dossier Libia, presso l’Onu in primis, ma anche alla Nato e l’Ue. L’indicazione arriva dal documento ‘Il rompicapo Libia’ realizzato dalla Fondazione Icsa e presentato oggi. Il rapporto ricorda preliminarmente che tra le cause del disastro c’è la missione a guida Nato Unified Protector che nel 2011 portò al rovesciamento del regime di Gheddafi. L’auspicio, si osserva, è che gli errori e le occasioni mancate nell’ intervento internazionale in Libia “costituiscano delle lezioni di cui tener conto in futuro”. La drammaticità della situazione in cui si dibatte ora quel Paese “impone però di andare oltre e di indicare soprattutto da parte dell’Italia possibili vie di uscita alla comunità internazionale”. La situazione sul campo è estremamente complicata. La molteplicità delle realtà tribali, l’eterogeneità di quel tessuto sociale, la frammentazione istituzionale che ne consegue, rendono problematica l’identificazione del percorso di uscita dalla crisi. E un ulteriore elemento di preoccupazione è legato alle infiltrazioni terroristiche tra i combattenti: al Qaida nel Maghreb islamico, Ansar al Sharia e cellule che si richiamano all’Islamic State, che approfittano della mancanza di controllo e dell’ampia circolazione di armi per utilizzare il territorio come santuario per il loro radicamento. A livello Onu deve crescere il sostegno dell’Italia per l’avvio di un dialogo fra le parti in lotta. Come corrispettivo deve essere pretesa l’inclusività a tutti gli attori: dai rappresentanti delle fazioni in lotta -nessuno escluso- ai rappresentanti delle istituzioni, dalle municipalità fino agli esponenti più significativi e più influenti della società civile libica. Sempre in ambito Onu, secondo Icsa, l’Italia deve agire per una risoluzione urgente volta ad ‘anemizzare’ il sostegno alle fazioni in lotta mediante embarghi mirati a escludere ogni possibile supporto esterno. La lotta al terrorismo internazionale dovrebbe fungere da catalizzatore per raggiungere il consenso in ambito del Consiglio di sicurezza. A livello Nato appare necessario invocare quanto prima da parte dell’Italia l’articolo IV, che impone agli alleati la discussione sulle conseguenze per la sicurezza che il disordine libico può comportare, non solo per il nostro Paese, ma per il fianco Sud dell’Alleanza. Infine, a livello europeo, l’Italia deve agire per superare la visione minimalista che ha ispirato la missione Frontex ‘Triton’ per arrivare ad una autentica condivisione europea di oneri e responsabilità nella gestione dei flussi migratori, che con tutta evidenza sono un fenomeno non certo contingente e di breve durata. (ANSA). NE 20-FEB-15 15:47