Roma, 21 marzo 2017 ore 17:00 – AGV NEWS
“La globalizzazione e comunicazione in tempo reale hanno acuito e moltiplicato la nostra generale percezione di insicurezza. Ci sono fenomeni in tutto il mondo di natura diversa, ce hanno echi immediati e universali. Ispirano diffusi sentimenti di timore, paura e incertezza. Questo a prescindere dalle concrete probabilità che poi possano nuocersi in qualche modo”. Lo ha sottolineato il generale dei Carabinieri Leonardo Leso, già comandante del reggimento Tuscania e del Gruppo d’Intervento Speciale (GIS) dell’Arma, nel suo intervento al convegno convegno “Sicurezza del Paese e interesse nazionale: un ruolo per le Private Military Security Companies?”, organizzato dalla Fondazione ICSA -. Gli organi dello stato preposti alla pubblica sicurezza, malgrado il loro lodevole e spesso eroico impegno, non sempre riescono a rispondere in modo del tutto soddisfacente alle nuove esigenze. Sia quelle reali sia quelle presunte. La sicurezza in genere e quella delle persone in particolare, quindi non può più essere una prerogativa esclusiva dello Stato. Non solo per il numero e il tipo degli obiettivi da proteggere per l’entità delle minacce e dei pericoli in differenti situazioni e luoghi. Ma anche per la perdurante crisi economica che inevitabilmente incide sui bilanci e quindi sulle capacità degli apparati di difesa e sicurezza”.
“Apparati militari e di polizia che per la necessità di continuo aggiornamento e ammodernamento costano sempre di più – ha aggiunto il generale Leso -. Lo Stato è quasi obbligato a ricorrere a una più ampia privatizzazione della sicurezza. Senza peraltro potersi sottrarsi al doveroso ruolo di controllo che gli deve appartenere. In Italia si riscontra un’ambiguità giuridica generale nel settore della pubblica sicurezza o meglio della sicurezza personale. Il Testo Unico di Leggi sulla Pubblica Sicurezza (TULPS) tutt’ora in vigore affida questa alle sole forze di polizia. Escludendo che questa funzione possa essere legittimamente delegata a privati. I bodyguard la aggirano con la scusa di proteggere beni mobili e immobili appartenenti ai clienti. Ciò crea spesso equivoci e problemi, nonché si riflette negativamente sui servizi e sulla qualità. Ritengo che sia arrivato il momento di pensare a una modifica del TULPS per permettere ai privati di fornire servizi di sicurezza personali, non solo all’estero ma anche sul territorio nazionale – ha concluso l’alto ufficiale -. Una chiara normativa consentirebbe a società private concorrenti tra loro di selezionare gli elementi più validi e preparati. Tra questi ex militari ma non solo”.