L’F-35 negli scenari asimmetrici

by Icsa | mercoledì, Lug 6, 2016 | 4183 views

L’F-35 è spesso descritto come inadatto per gli scenari asimmetrici per i quali si crede siano richiesti aerei d’attacco/cacciabombardieri. Lo studio esamina come il sistema F-35 differisce in modo fondamentale dagli

aeromobili tradizionali e come le sue caratteristiche uniche possono essere usate per modellare questi scenari in modo molto diverso. Oltre a ridurre i costi operativi e garantire una maggiore precisione, l’F-35 raccoglie e con- divide informazioni e dati in una misura prima impossibile. Si prevede che questa capacità tecnica aumenti la “jointness” e offra più opzioni ai “decision makers” politici.

Lo studio è di natura eminentemente operativa e di portata strategica. Il suo punto chiave è lo sviluppo di una nuova dottrina adeguata agli scenari asim- metrici, che chiuda un gap concettuale che negli ultimi anni ha portato alcuni a mettere in discussione l’importanza dell’airpower in tali scenari. L’asimmetria può assumere forme diverse, dalla struttura delle forze alle condizioni necessarie al successo, ma in sostanza un conflitto può essere definito asimmetrico quando gli avversari sono vincolati da regole diverse. Lo studio sostiene che i risultati insoddisfacenti non sono il riflesso di limita- zioni intrinseche del potere aereo, ma dell’approccio complessivo. Qualsiasi siano i mezzi disponibili, il successo si basa sulla identificazione di esiti finali chiari e realistici da parte dei decisori politici e sulla capacità dei comandanti di sintetizzare aspetti di analisi, strategia e di capability.

Al centro del rapporto è come il sistema F-35 può soddisfare le esigenze emergenti e guidare il cambiamento del modo con cui le operazioni sono con- dotte, anche nel quadro del Libro Bianco della Difesa italiana del 2015. Per tale motivo il documento non si sofferma sulla storia di questo programma in continua evoluzione, peraltro ampiamente riportata altrove. Esso, tuttavia, fornisce una breve descrizione del sistema F-35, sia in termini di componenti sia di concetti, che fa da sfondo alla successiva discussione. Allo stesso modo, le questioni relative alla partecipazione industriale italiana sono incluse solo per completezza, nell’appendice 1.

Gli scenari ed i vincoli del potere aereo nell’attuale prospettiva sono descritti nella prima parte. Gli scenari asimmetrici generalmente riducono i tradizio- nali obiettivi militari prepianificati ed identificati più velocemente di quanto essi possono essere generati (o, al contrario, il ciclo di pianificazione di 72 ore è troppo lungo per affrontare efficacemente gli obiettivi fugaci e non convenzionali). Esiste quindi la necessità di abbreviare il ciclo decisionale e decentrare il processo. A sua volta, questo richiede la capacità di racco- gliere, analizzare, validare e distribuire i dati in tempo reale (o quasi reale) a tutti i mezzi presenti nel campo di battaglia.

La parte II ruota intorno all’analisi di quattro operazioni immaginarie che illu- strano come l’F-35 potrebbe cambiare l’approccio a scenari del tipo di quelli chel’Italia potrebbe fronteggiare nei prossimi decenni, mettendo in evidenza l’aumento della capacità complessiva, in particolare per i paesi di medie di- mensioni le cui forze aeree non hanno l’ampiezza o le risorse economiche per le molteplici piattaforme specializzate necessarie a mettere in campo pacchetti autonomi e completi.

Il primo scenario traccia il livello il riferimento. Applicare l’effettiva parteci- pazione italiana nell’intervento condotto in Libia nel 2011 (Operazione Unified Protector, OUP) ad una forza F-35, ma senza cambiare l’approccio generale, mostra sortite ed ore di volo ridotte in modo significativo. Il secondo scenario immagina un intervento nella crisi libica in corso, con l’Aeronautica Militare dotata di una limitata forza di F-35 nella configurazione operativa iniziale; le opzioni evidenziano il risparmio di ore di volo e la possibilità di campagne ca- ratterizzate da piani diversi e approfondimenti su nuove funzionalità (tra cui l’interoperabilità di quarta e quinta generazione), comprendenti una mag- giore precisione, una maggiore conoscenza delle situazioni e danni ridotti. La terza, nel valutare una ipotesi di No-Fly-Zone nel Mediterraneo, misura una maggiore flessibilità ed un numero ridotto di ore di volo. Il quarto scena- rio, ambientato nel futuro di medio-lungo termine, ruota attorno al pieno sfruttamento da parte di tutte le forze armate italiane delle informazioni rac- colte e distribuite dagli F-35A dell’Aeronautica Militare e dagli F35B della Ae- ronautica Militare e della Marina Militare. Questo si traduce in un intervento più breve, danni limitati e ridotta presenza sul terreno, che abbassa la per- cezione di un intervento straniero e consente al governo locale di riprendere il controllo.

Lo studio conclude che l’F-35 si adatta bene agli scenari asimmetrici, che richiedono un rapido processo decisionale per proteggere il “partito azzurro” e perseguire obiettivi fugaci. Altri risultati includono:
– L’importanza cruciale delle infrastrutture di supporto operativo ed ambien- tale agli F-35 operativi;

– Grazie fattori convergenti di cross-fertilizzation, l’Italia è ben posizionata per dare un contributo speciale a schiudere il potenziale degli F-35 nei conflitti asimmetrici;
– Nel Mediterraneo l’Italia è oggi l’unico membro dell’UE e uno dei due membri della NATO presenti nel programma F-35; in tal modo l’Italia disporrà di una leva unica nelle coalizioni regionali;

– La capacità C2 notevolmente ampliata consentirà una forte riduzione degli ingaggi cinetici, mettendo fine alla tendenza ai bombardamenti indiscriminati visti nelle recenti campagne;
– L’F-35 consente l’abbassamento del livello a cui sono prese le decisioni tat- tiche, senza aumentare il livello di danni collaterali stabiliti come accettabili dall’autorità politica;

– Per sfruttare appieno tutto questo sarà anche necessario un cambiamento culturale nella leadership politica e militare, che potrebbe avvenire gradualmente;
– Esiste una notevole potenzialità per l’F-35 ed per i suoi sensori di diventare una risorsa duale. Il campo è aperto a importanti iniziative di reciproco van- taggio per tutti i soggetti coinvolti;
– Come abilitatore della rete, lo F-35 non è nasce per un singolo dominio. Ciò richiede a tutte le forze armate di evolvere con esso, con investimenti appro- priati al fine di sfruttare il notevole aumento della capacità di raccolta dati; – La capacità di aggiornamento tramite SW renderà più semplice e più veloce l’ammodernamento. Sarà opportuno dare priorità allo sviluppo di software di missione e alle opportunità industriali che ne conseguono, comprese quelle derivanti dall’integrazione di sistemi d’arma e sistemi europei;
– Il laboratorio italiano-norvegese dovrebbe essere ben finanziato, dotato del necessario e l’Italia dovrebbe sviluppare la capacità di sviluppare scenari ope- rativi;
– Il Ministero della Difesa italiano e Leonardo-Finmeccanica sono già nella fase di definizione dei requisiti, che saranno attuati con il pieno coinvolgi- mento dell’industria italiana e con il coinvolgimento di Lockheed Martin limi- tatamente agli aspetti di interfaccia;
– Da un punto di vista politico, vi è una chiara necessità di uno sforzo dedicato a raggiungere la vera condivisione di informazioni con altri utilizzatori di F- 35, a partire dal tempo di pace. Questo non sarà facile, ma la condivisione di intelligence deve essere intesa come una priorità e non un ripensamento. Parole chiave: guerra asimmetrica, C2, F-35, Aeronautica Militare, Marina Militare, JSF, jointness, Libia, net-centric, Libro Bianco.

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